Il 18 luglio del 1914 nasceva a Bagno a Ripoli (FI), Gino Bartali, indimenticato ciclista e campione sportivo. Soprannominato “Ginettaccio” per il suo carattere, vinse tre Giri d'Italia, di cui due consecutivi, e due Tour de France, oltre a numerose altre corse tra gli anni trenta e cinquanta.
Indro Montanelli per anni corrispondente sportivo, ne descrisse le imprese in vari articoli, che oggi possono essere riletti nel volume ‘Indro al Giro’, a cura di Andrea Schianchi (Rizzoli 2016)
Qui, intanto, riportiamo un estratto dall’articolo uscito nell’agosto del ‘47 per il Corriere.
Bartali è un vagotonico. Dei vagotonici ha le pulsazioni lente, la tensione bassa, l’umor nero e l’incancrenito pessimismo.
Io ho capito perfettamente, venendo qui, perché Bartali è così popolare in Svizzera. Questa è la Patria naturale di un corridore che si prepara alla tappa come ad un esame di matematica e la corre con la tabella dei logaritmi ed il calcolo delle probabilità in tasca.
(…)
Perchè gli Svizzeri sono vagotonici. Anche gli Svizzeri pensano le bestemmie senza pronunciarle, ed anche loro saranno ricompensati dal buon Dio con un passaggio per il Paradiso, un Paradiso molto simile ad una gigantesca Jungfrau, ma senza funicolare, che bisogna ascendere senz’ali, a piedi, col Rücksack sulle spalle.
Indro Montanelli, “Bartali mise le ali dicendo “Porco diavolo”, Corriere della Sera, 20-21 agosto 1947.