Fondazione Montanelli Bassi
 
24 ottobre 2016

Montanelli e la Costituzione


E’ vero: Indro disse che la Costituzione poteva, e anzi doveva in alcuni punti essere modificata, ma non è certamente possibile dire se in questi giorni egli si sarebbe schierato per il sì o per il no. E’ invece certo che Montanelli non si faceva troppe illusioni sull’efficacia delle riforme costituzionali perché “… non sono le buone Costituzioni che fanno i buoni cittadini. Sono i buoni cittadini che fanno le buone Costituzioni fino al punto di non averne bisogno (La stanza di Montanelli, 1 ottobre 1997). E citava, a questo proposito, l’esempio inglese: “L’Inghilterra non ha una vera e propria costituzione. Il suo popolo ha una coscienza civile, cioè un senso dei suoi diritti e dei suoi doveri così profondo e sentito da renderla del tutto superflua. Quando manca questa coscienza, non c’è Costituzione che possa surrogarla” (La Stanza di Montanelli, 17 luglio 1996). E, sempre nella stessa risposta, scriveva: “Le Costituzioni noi sappiamo scriverle, anzi ne siamo maestri, e le capiamo benissimo, anzi su di esse sappiamo imbastire discussioni dottissime. E’ nell’applicazione che siamo debolucci”. Insomma, alla fine, secondo Montanelli, il problema era sempre lo stesso: è inutile cambiare le regole se non cambiano gli Italiani.



     

 
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