[…] Hanno detto che Vittorio Emanuele, Cavour, Mazzini e Garibaldi avrebbero dovuto finire a Norimberga, invece che monumentati nelle piazze delle nostre città, e che il Risorgimento, anzi il risorgimento, fu soltanto una congiura di borghesi reazionari e massoni contro le masse popolari che non lo volevano. […] Gli uomini del Risorgimento - non del risorgimento- somigliavano poco ai loro monumenti, d’altronde piuttosto bruttini (su questo conveniamo). Ma, se non furono degli eroi (anche su questo conveniamo), vorremmo sapere quali furono gli eroi dell’antirisorgimento e delle masse popolari: forse i sicofanti che con le loro delazioni mandavano i patrioti – se questa parola ha ancora un senso – sulle forche, o i briganti sanfedisti di Calabria e Lucania, che perfino gli spodestati Borboni finirono per ripudiare? […]. Da che parte, nel nostro piccolo, stiamo noi, mi sembra superfluo dirlo. Ci stiamo, sia chiaro, con la piena consapevolezza dei nostri errori passati e presenti e della nostra intrinseca debolezza. Ma anche con la coscienza che se con noi non c’è tutto il meglio, contro di noi c’è sicuramente tutto il peggio. […]
Indro Montanelli, Se questa è storia, Il Giornale, 1 settembre 1990, anche in La stecca nel coro. 1974-1994: una battaglia contro il mio tempo, Rizzoli, 1999, pp. 441-442.
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